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Università di Modena e Reggio Emilia -
Progetto recupero fondi antichi Linee guida per la catalogazione: segnature |
Segnature (regole e convenzioni adottate)
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la formula
[Il testo che segue riprende, spesso alla lettera, Gaskell, pp. 328-33. Aggiunte e correzioni varie derivano da Bowers, cap. 5 e Digest of the formulary alle pp. 457-462 (disponibile quest'ultimo nella trad. it. di Fahy in La Bibliofilia, 94 (1992), pp. 103-110) e da Zappella, Manuale, pp. 197-233. Altre sono legate ai limiti che Amicus impone nell’immissione di caratteri speciali]
La formula collazionale è un’annotazione abbreviata di tutti i fascicoli, le carte aggiunte e sostitutive che si presentano nella copia ideale. Normalmente il tipografo usa per la segnatura l’alfabeto latino di 23 lettere (o, molto più raramente, una serie di numeri). Così la notazione A-Z si riferisce a 23 fascicoli con segnature in ordine alfabetico dalla A alla Z, meno I o J, U o V, e W; lo stesso vale per a-z. Vanno distinte le serie alfabetiche in caratteri minuscoli da quelle in caratteri maiuscoli, mentre non si considera la differenza tra maiuscolo e maiuscoletto, e non si fanno distinzioni tra caratteri gotici, romani e corsivi. Simboli arbitrari usati come segnature (*, ¶, ecc.) vanno riprodotti se possibile, altrimenti riferiti con una notazione convenzionale. Serie alfabetiche multiple, ovvero duplicate, triplicate, ecc., come Aa-Zz, Aaa-Zzz, ... si trascrivono 2A-2Z, 3A-3Z, ecc. Se due o più serie si susseguono in sequenze regolari, A-Z Aa-Zz per esempio, la notazione sarà A-2Z.
Un caso particolare è quello di segnature dove siano stati usati numeri anziché lettere. Dieci fascicoli per la cui segnatura siano stati usati i numeri dall’1 al 10 andranno registrati come '1'-'10', usando le virgolette semplici per evitare la confusione tra il numero che è nome del fascicolo e quello che dice di quante carte è composto.
Alle notazioni della segnatura si fanno infatti seguire numeri affiancati (andrebbero in esponente, ma questo in Amicus non è possibile) per mostrare come sono piegati i fascicoli e quante carte ognuno di essi contiene. Un in-folio ricavato da un solo foglio di forma piegato in due sarà A2; un in-quarto di quattro carte A4; in-ottavo di otto carte A8; e così via. Il numero posposto alla lettera della segnatura indica che è stata usata la piegatura normale per il formato, e che le coppie di carte nel fascicolo sono, come devono essere, coerenti (in un foglio di forma di un in-quarto, per esempio, ci sono due coppie di carte coerenti: la prima e la quarta, la seconda e la terza). Se troviamo A2 in un in-quarto, significa che il fascicolo è un mezzo foglio di forma dell’in-quarto piegato in una coppia di carte coerenti; in un formato in ottavo, significa che un quarto del foglio di forma è stato piegato a formare una coppia di carte coerenti. Ne segue che il numero in esponente deve sempre essere pari; la notazione A5 (quando debba indicare la composizione del fascicolo, e non la quinta carta di un fascicolo A) sarebbe priva di significato, perché non rappresenta una piegatura possibile, ma soltanto un fascicolo a cui è stato aggiunto o tolto un numero dispari di carte.
A questo punto possiamo già produrre l’intera formula di un libro che non abbia una struttura troppo complessa. Supponiamo che si tratti di un in-quarto: che cominci con un mezzo foglio di forma piegato in una coppia di carte coerenti e con segnatura A; che continui con 32 fascicoli regolarmente ricavati da fogli di forma interi con segnatura da B a Kk, omessi J, U, W e Jj; e che si concluda con una coppia di carte coerenti, con segnatura Ll. La formula (che nel tag 500 di Amicus deve essere introdotta da Segn.:) è:
| 1. | Segn.: A2 B-2K4 2L2 |
C’è poi il caso di libri nella cui struttura si alternano fascicoli composti da due diversi numeri di carte. Per esempio, in un libro del Fondo antico della BU giuridica a un fascicolo di dodici carte ne succede uno di sei e questo si ripete regolarmente dal fascicolo A fino al fascicolo 2C:
| 2. | Segn.: )(4 A-2C12/6 La notazione 12/6 significa appunto un’alternanza regolare di fascicoli di 12 e di 6 carte. |
Naturalmente non tutti i libri sono così semplici, nella loro struttura. Passiamo quindi a considerare le irregolarità, e per primi i libri - caso molto raro - completamente privi di segnatura. I fascicoli sono registrati tra parentesi quadre, assegnando loro invece dei numeri previsti da Gaskell le corrispondenti lettere dell’alfabeto latino (senza J, U e W):
| 3. | Segn.: [A2 B-H10 I8] |
Molto più comune il caso di libri dove la maggior parte dei fascicoli, ma non tutti, recano una segnatura. Se le segnature mancanti possono essere dedotte con sufficiente sicurezza, vengono date ma tra parentesi quadre per segnalare che si tratta appunto di segnature supposte:
| 4. | Segn.: E-G4 [H]2 |
| 5 | Segn.: *4 [2*]4 A-X4 |
Se le carte non segnate si aggiungono alla normale serie alfabetica, vengono loro assegnati i simboli π ([pi] in Amicus) per fascicoli e carte preliminari, χ ([chi] in Amicus) per le interpolazioni tra i fascicoli, ovvero di carte non ascrivibili a nessun fascicolo. Così potremo scrivere:
| 6. | Segn.: [pi]2 A-D4 MA NON [pi]2 B-D4 che sarà invece [A]2 B-D4 |
| 7. | Segn.: [pi]2 A-G8 [chi]8 H-K8 2[chi]1 L8 |
Se le interpolazioni avvengono all’interno dei fascicoli, la loro posizione e natura sono indicate tra parentesi con l’indicazione della carta che precede l’inserto seguita dal segno più e da un numero (o più numeri) che indica (o indicano) le carte interpolate:
| 8. | Segn.: A-C4 D4(D3+1) E-G4 H4(H1+1,2) I-M4 N4(N3+1.2) Qui la prima interpolazione (che viene dopo la terza carta del fascicolo D) è di una singola carta; la seconda è di due carte disgiunte; e la terza è costituita da una coppia di carte coerenti. |
Quando carte interpolate all’interno dei fascicoli recano una propria segnatura, questa viene registrata tra parentesi tonde, dopo la segnatura della carta normale che la precede e il segno più (+), tra virgolette semplici:
| 9. | Segn.: A-E4 F4(F2+'*F2') G-I4 Si tratta in questo caso di un libro in quarto composto da 9 fascicoli dove al fascicolo F la seconda carta è seguita da una carta interpolata con segnatura *F2. |
Si usano note tra parentesi tonde anche per indicare carte intenzionalmente rimosse dal tipografo, qui con il segno meno:
| 10. | Segn.: A-C4 D4(-D3) E-F4 G4(-G1.4) Scriviamo G4(-G1.4) soltanto se è certo che sono le carte G1.4 che sono state eliminate; se non ne siamo sicuri (se, per esempio, c’è la possibilità che il fascicolo G sia stato stampato su un mezzo foglio di forma) scriveremo G2. |
Se il cancellandum è stato rimpiazzato da un cancellans, si usa lo stesso genere di nota tra parentesi con il segno più-meno. Ecco un esempio dove abbiamo l’eliminazione e sostituzione di una carta, di due carte disgiunte, di una coppia di carte coerenti, e di un intero fascicolo:
| 11. | Segn.: A-D4 E4(±E3) F-H4 I4(±I1,2) K4(±K2.3) L-M4 N4(±) O-Z4 Volendo indicare la sostituzione integrale del fascicolo N, scrivere N4(±N4) potrebbe far pensare alla sostituzione della sola quarta carta: l’esempio originale di Gaskell qui riportava N4(±N4), ma noi non disponiamo del 4 in esponente. Scriviamo (±) senza ulteriori specificazioni, segnalando poi in una nota dedicata a particolarità della numerazione e della segnatura la sostituzione dell'intero fascicolo: sostituito intero fasc. N. |
Si noti che in tutti questi casi, quando si usano all'interno della formula note tra parentesi, la segnatura a cui si applica una nota viene separata dalla serie:
| 12. | Segn.: A-F4 G4(-G3) H-Z4 NON A-G4(-G3) H-Z4 |
Si noti anche che non si inserisce nessuno spazio tra la lettera a cui si applica la nota e la parentesi, né all’interno della parentesi, mentre uno spazio è collocato tra la chiusura della parentesi e la lettera seguente:
| 13. | Segn.: A4(A3+1) B-C4 NON A4 (A3+1) B-C4 NÉ A4(A3+1)B-C4 |
Se una serie alfabetica di segnature è ripetuta senza il solito raddoppio ecc. dei simboli (cioè dopo A si ricomincia non da Aa ma, semplicemente, da una ripetizione della A):
| 14. | Segn.: A-2Z4 2A-M4 3A-X4 |
| La mappa caratteri di Amicus permette l’inserimento di 2 e 3 in esponente (e solo il loro), quindi, visto che non sono frequenti le serie alfabetiche ripetute per più di tre volte, usiamo il numero in esponente preposto alle lettere che indicano i fascicoli. Se alla terza serie se ne dovessero aggiungere una quarta, quinta ecc. (casi rari) si segnaleranno con [4 esp.], [5 esp.], ecc. |
Le serie multiple sono precedute dallo stesso esponente della serie alfabetica semplice di cui sono multiple. Questo esponente alla loro effettiva duplicazione di altre serie multiple.
| 15. | Segn.: A-S4 2A-2P4 23A-3M4 |
| Le carte segnate 3A-3M sono precedute da 2 in esponente, anche se non esiste una precedente serie di carte con la stessa segnatura, in quanto multiple della seconda serie alfabetica. |
A segnature duplicate preliminari si assegna come prefisso un π in esponente, che in Amicus viene reso da [pi esp.]:
| 16. | Segn.: [pi esp.]A4 A-K4 |
| 17. | Segn.: [pi]2 [pi esp.]A-B4 A-K4 |
Evidenti errori nella segnatura delle carte (per esempio una carta A2 segnata B2) e dei fascicoli (come nella serie A B C E E F) vengono corretti nella formula e il fatto si registra poi in una nota dedicata a particolarità della numerazione e della segnatura, dove la segnatura corretta è seguita da segn. e dalla segnatura errata tra virgolette semplici. Per esempio: c. A2 segn. 'B2'; oppure: fasc. D segn. 'E'.
Quando le segnature sono duplicate viene loro prefisso χ in esponente (in Amicus: [chi esp.]):
| 18. | Segn.: A-D4 [chi esp.]D4 E-F4 |
O, se è evidente che l’inserto è il primo e non il secondo fascicolo che reca la segnatura D, possiamo scrivere:
| 19. | Segn.: A-C4 [chi esp.]D4 D-F4 |
In una nota tra parentesi tonde che si fa seguire alla segnatura, in coda alla formula, si segnalano le carte bianche. Prendiamo il caso di un libro in ottavo composto da un primo fascicolo di quattro carte senza segnatura seguito da 6 fascicoli di otto carte con segnatura A-F e da un ultimo fascicolo G di quattro; l'ultima delle quattro carte preliminari non segnate e G4 sono bianche; la carta D3 reca la segnatura errata E3. La formula sarà:
| 20. | Segn.: [pi]4 A-F8 G4 ([pi]4 e G4 bianche) mentre nella nota sulla numerazione e la segnatura registreremo: c. D3 segn. 'E3'. |
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trascrizione in Amicus di caratteri speciali
Quando si trova sulla tastiera o nella mappa caratteri, il carattere viene riprodotto tale quale, applicando per duplicazioni ecc. la formula abbreviata per cui ** si scrive 2* esattamente come Aa o AA si traduce in 2A. Altrimenti si mette tra parentesi quadre una sua sintetica descrizione alla quale si applica lo stesso criterio nel trattamento dei segni raddoppiati, triplicati, ecc., per cui — facendo un esempio — la serie § §§ §§§ può essere ridotta a [par.]-3[par.].
| TESTO | TRASCRIZIONE |
| vari tipi di croce | [croce] e nient'altro se non è necessario distinguere tra vari tipi usati contemporaneamente nella segnatura di un libro; altrimenti cercare di specificare il tipo, per es.: [croce latina], [croce greca], ecc. |
| ¶ | [piè di mosca] |
| § | [par.] |
| * | * |
| ** | 2* |
| )( | )( |
| (:) | (:) |
| disegno di una mano | [mano] |
| disegno di un fiore | [fiore] |
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tecnica citazionale
[principale riferimento qui è Zappella, Manuale, pp. 228-230. Gli esempi a cui si rimanda sono quelli riportati sopra (numerati da 1 a 18) a proposito della formula collazionale]
Una singola carta viene citata con la segnatura e il numero affiancato: A3, D4 (terza carta del fascicolo A, quarta carta del fascicolo D).
Il recto e il verso di una carta vengono indicati rispettivamente con le abbreviazioni r e v subito dopo la segnatura: A3r, D4v.
Una carta con segnatura errata si cita indicando la segnatura che avrebbe se fosse correttamente segnata; in caso di possibili equivoci si potrà aggiungere tra parentesi tonde segn. seguito, tra virgolette semplici, dalla segnatura errata. Volendo per esempio citare il recto della carta D3 dell’es. 20, che reca la segnatura errata E3, scriveremo semplicemente: D3r. Se per qualche buon motivo ritenessimo di dover specificare anche in sede di citazione che la carta ha una segnatura errata: D3(segn.'E3')r.
Una carta interpolata viene citata mediante la posizione della carta che la precede seguita, fra parentesi tonde, dal segno più e dalla segnatura (se esiste) posta tra virgolette semplici o dal numerale se non segnata. Alla carta segnata *F2 inserita nell’es. 9 tra la seconda e la terza del fascicolo F ci si riferirà quindi con F2(+'*F2'). Nell’es. 8 ci si riferirà al recto della carta interpolata nel fasc. D con D3(+1)r; al verso della seconda carta interpolata nel fascicolo H con H1(+2)v.