iniziali xilografiche

+ figurate (parlanti?)
       mm 37 x 35

C N S

+ mitologiche parlanti
       mm 35 x 35

A1 A2 C D1 D2 E H I L1 L2 M1 M2 O N P1 P2 Q Qbis R S T V1 V2

+ fondo completamente bianco
       mm 32 x 30

C I R

+ "modenesi" parlanti
       mm 24 x 23

A E I

+ fiorite su fondo criblé
       mm 22 x 22

C D E H I L M N O Q R S V

+ figurate (alcune parlanti)
       mm 21 x 21

A B C D E F G H I L M N O
P Q R S1 S2 S3 T V

+ fiorite su fondo nero
       mm 15 x 15

C D E F H I M N P Q S T V

[a cura di a.l.]

serie di iniziali parlanti a soggetto mitologico, mm 35 x 35 : Qbis

iniziale parlante dei Gadaldini: Q

Descrizione : Amore (Cupido) lega al tronco di un albero un guerriero che vediamo inginocchiato, con una lunga spada ai suoi piedi.
Date : [tra 1565 e 1572] ; [1572] ; 1575 (1576) ; 1590.
Sottoscrizione : Paolo Gadaldini & fratelli ; Paolo Gadaldini.
Note : A differenza delle altre iniziali della serie, questa Q e la H non derivano dalla serie dei Manuzio e di altri stampatori veneziani a cui si riferisce Petrucci Nardelli, p. 46-47 e 66-67. Nel modello dei Manuzio per questa lettera -- utilizzato in edizioni precedenti dei Gadaldini -- compare Quirino.

Altre iniziali prodotte in loco come le copie di quelle dei Manuzio per esempio (A, D, L, M, V), oppure quelle della serie "modenese" di 24 x 23 mm, sono di fattura più rozza, o con un tratto comunque "primitivo", spigoloso e scolpito: niente a che vedere col piccolo trionfo di curve di questa Q. Avevo quindi pensato a un'origine non modenese.

Recentemente però Maria Goldoni ha ricollegato questa Q e la H, che figurano qui come intruse nella serie parlante mitologica "veneziana" dei Gadaldini, alle tre illustrazioni delle Considerationi di Crispolti stampate nel 1559 da Cornelio Gadaldini (Goldoni 2017, p. 65): l'orazione nell'orto, la salita al Calvario, la crocifissione. E per quelle tre immagini "omogenee tra loro, interessanti sotto diversi profili", ha ipotizzato non il ri-uso di materiale proveniente da centri maggiori come Venezia, ma una commissione di Cornelio Gadaldini "ad artisti forse operanti in Modena stessa, sulla scia di un Niccolò dell'Abate o intorno a un Ercole Setti".