iniziali xilografiche

+ figurate (parlanti?)
       mm 37 x 35

C N S

+ mitologiche parlanti
       mm 35 x 35

A1 A2 C D1 D2 E H I L1 L2 M1 M2 N O P1 P2 Q Qbis R S T V1 V2

+ fondo completamente bianco
       mm 32 x 30

C I R

+ "modenesi" parlanti
       mm 24 x 23

A E I

+ fiorite su fondo criblé
       mm 22 x 22

C D E H I L M N O Q R S V

+ figurate (alcune parlanti)
       mm 21 x 21

A B C D E F G H I L M N O
P Q R S1 S2 S3 T V

+ fiorite su fondo nero
       mm 15 x 15

C D E F H I M N P Q S T V

[a cura di a.l.]

serie di iniziali parlanti a soggetto mitologico, 35 x 35 mm

Molte di queste lettere derivano da una serie delle stesse dimensioni usata prima a Venezia "nell'illustre casa tipografico-editrice degli Aldi" e da altri tipografi (Gualtero Scoto, Plinio Pietrasanta, Francesco de Franceschi), poi a Parma da Seth e Erasmo Viotti. Lo segnala Petrucci Nardelli, p. 46-47 (con riferimenti a edizioni veneziane degli anni 1552-1554) e 66-67 (riferimenti a edizioni dei Viotti, periodo 1558-1591, e dei Gadaldini, 1569-1578).

Atteone1     Atteone2     Cerbero     Deianira1     Deianira2     Europa     Hercules     Iuppiter     Lica1     Lica2     Marsia1     Marsia2     Nettuno     Orfeo     Polifemo1     Polifemo2     Quirino     Qbis     Romolo e Remo     Scilla     Trittolemo Venere1     Venere2

La Petrucci Nardelli parla, per la serie di Paolo Gadaldini, di "copie pedisseque" delle iniziali dei Viotti. In realtà si ha l'impressione che a parte le copie, spesso effettivamente scadenti, diverse di queste iniziali siano avanzi delle tipografie veneziane finiti a Modena. Nel caso poi di varie lettere, a Modena compaiono nel tempo due varianti: la prima è, crediamo, un riuso dell'iniziale veneziana mentre la seconda è una sua copia, molto inferiore all'originale.

Il confronto tra originali e copie è visibile qui, volta per volta, a partire dalle pagine dedicate a ognuna delle iniziali della serie modenese. Si vedano per esempio: A, D, E, L, M.

In ogni caso queste iniziali compaiono a Modena già nell'Hercole di G.B. Giraldi stampato da Cornelio Gadaldini, mentre il padre era in carcere a Roma, nel 1557. L'acquisizione della serie andrà probabilmente collegata a questa edizione di particolare impegno, che reca sul frontespizio la dedica dell'autore al duca Ercole II d'Este.

segno cromito

Un discorso a parte va fatto per la H e la seconda versione della Q, che non derivano dalla serie aldina, e per cui Maria Goldoni, studiando la raccolta delle matrici xilografiche conservate alla Galleria estense, ha recentemente ipotizzato un'origine modenese (Goldoni 2017, p. 65, commentata qui a proposito delle due lettere in questione: una Q dove Cupido lega al tronco di un albero un guerriero inginocchiato e la H di Hercules).